Chi sa dove stai andando?

Cari amici,

raccontarvi le evoluzioni di Klear di queste ultime settimane sarebbe riduttivo, rispetto a quello che stiamo preparando per l’autunno che verrà.

Sì, aumentano i numeri. Ma oggi non è importante.

Vi deluderò anche sul fronte metafore. Non vi parlerò di Sinner e della vittoria di Wimbledon. Lo hanno fatto tutti, e tutti in modo molto tremendamente banale.

Vi annoierò forse, confessando che in queste settimane ho iniziato a studiare Seneca. Ah, l’avessi fatto meglio a scuola. Fare startup non è solo costruire un prodotto o cercare investitori bensì convivere ogni giorno con ciò che non puoi controllare: il mercato, il tempo, le iniziative dei concorrenti o presunti tali. In mezzo a tutto ciò, è fondamentale capire cosa dipende davvero da te. È qui che la filosofia stoica, ci parla con una forza sorprendente.

Ecco come sono impattato in una frase che mi ha fatto riflettere sul nostro utente. “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”

Abbiamo accesso a ogni tipo di strumento — investimenti, tecnologie, informazioni — ma abbiamo sempre meno chiaro perché facciamo le cose. Qual è la meta, il senso, la direzione.

Perché “vivere non è navigare a caso, ma avere una rotta.” E questa è una verità che riguarda anche il mondo della finanza personale.

Oggi molte piattaforme ci illudono che l’autonomia basti. Che sia sufficiente avere accesso ai mercati, a qualche ETF e un po’ di contenuti educativi per “investire bene”. Nessuna di queste piattaforme sa dove stai andando. 

Ma se investire, in fondo, è solo un mezzo per vivere meglio, allora per farlo davvero serve qualcuno che ti conosca, che ti aiuti a scegliere, che stia al tuo fianco.

Una volta c’era il direttore di banca del paese o l’assicuratore. Figure a volte ruvide, a volte paternalistiche — ma umane, presenti, coinvolte. Erano punti di riferimento. Avevano sicuramente difetti, ma il pregio di conoscere le persone e il loro contesto.

Oggi siamo circondati da strumenti, ma sempre più poveri di relazioni. Il boom delle piattaforme di supporto psicologico online a me raccontano anche che le persone cercano ascolto. Non solo cure, non solo soluzioni. Ma dialogo, empatia, qualcuno con cui confrontarsi.

E allora forse è questo il vero bisogno da cui ripartire: non più la tecnologia per sostituire la relazione, ma per renderla accessibile, umana, sostenibile.

Ecco come immagino Klear. Non solo una piattaforma, ma un ecosistema costruito attorno a chi ha bisogno di orientarsi.
Un servizio di wealth management a un prezzo trasparente. Con la tecnologia al servizio delle persone.

E a chi pensasse che mettere al centro le persone sia un messaggio discordante per una startup a forte trazione tecnologica, risponde Seneca per me.

“Lucilio caro, mi rendo conto che non solo mi sto correggendo, ma addirittura mi trasformo; certo non garantisco, e nemmeno spero, che non ci sia in me più nulla da cambiare. E perché non dovrei avere ancora molti sentimenti da frenare, da attenuare, da elevare? Vedere difetti che fino ad allora ignoravo, proprio questa è la prova di un animo che ha fatto progressi”.

Grazie per far parte di questa community. Il tuo percorso verso una gestione finanziaria più consapevole è anche il nostro.

A presto,
Fede e il team di Klear