Perché la consulenza finanziaria è sconveniente sotto un certo capitale

Ho risparmiato 40.000 euro e ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a farli fruttare.

La gran parte del nostro target si trova in questa situazione.
 

Non vorrei risultare antipatico o troppo assertivo ma il vuoto di mercato si crea laddove con 40.000 euro da investire non ci si può permettere un consulente.
 

Tutto parte dalla difficoltà di ottenere rendimenti significativi dal mercato mantenendo sotto controllo il livello di rischio. Chiunque prometta la certezza di rendimenti a doppia cifra può essere un prestigiatore o un millantatore. 

Negli ultimi due anni, i rendimenti obbligazionari sono aumentati in modo significativo, con titoli di stato sia a breve che a lungo termine che sono arrivati ad offrire oltre il 4%. Parallelamente, i mercati azionari hanno vissuto un biennio di forte crescita. 

Tuttavia, nei prossimi mesi, questo scenario potrebbe cambiare. Ieri la presidente della BCE Christine Lagarde ha annunciato un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, il primo segnale di una possibile inversione di tendenza. 

Al contempo, l’aspettativa rispetto all'inflazione nella zona Euro è cresciuta, rendendo incerto il futuro di molte asset class e aumentando la volatilità e il rischio sui mercati finanziari.
 

Anche se il tuo orizzonte temporale e il tuo approccio mentale ti permettono di sopportarne i rischi e la volatilità, non puoi aspettarti una crescita miracolosa del tuo capitale, anche se gestito da un professionista di tutto rispetto.  

In questo scenario, sul lungo periodo, il rendimento atteso dell'azionario si attesta tra il 4 e il 6%. 

Ma veniamo al bello: i costi. Affidarsi a un consulente indipendente comporta spese che ogni cliente dovrebbe quantificare. Un consulente finanziario, per seguire puntualmente i propri clienti, in caso di patrimoni intorno a 40.000 euro, richiede una parcella minima di 1.000 euro all'anno.

Se hai un capitale di 40.000 euro, questa parcella rappresenta il 2,5%. Considerando l’attuale scenario dei mercati, con un portafoglio bilanciato possiamo aspettarci un rendimento complessivo del 5% a lungo termine. Con un capitale di 40.000 euro, affidarsi a un consulente finanziario significherebbe cedere una parte significativa del rendimento atteso, che resta comunque incerto, rispetto ai costi che sono invece certi. 

Investendo da solo, i guadagni rimangono nelle tue mani, ma con un consulente gran parte dei rendimenti finirebbero per coprire le sue commissioni.

Veniamo infine ai costi nascosti che la banca o il consulente potrebbero farti pagare indirettamente. Fondamentale e non così comune è chiedere sempre quali siano i costi reali del prodotto su cui investi. Se i costi si aggirano intorno al 3%, non conviene. Già al 2% i costi raramente coprono i benefici. Il consulente finanziario è importante per capitali rilevanti, ma sotto certe cifre un cittadino non può permetterselo.

Ma investire da soli non è semplice, servono competenze, oppure un supporto 24h a prezzi digeribili dal nostro potenziale utente, che è proprio quello a cui stiamo lavorando.

 Per darvi qualche news sulla settimana che si sta chiudendo:

• Abbiamo ricevuto i primi NO, da parte di un paio di fondi che si definiscono pre-seed investor. Per loro, non essendoci ancora un MVP, né tanto meno delle metriche, è troppo presto investire. (???) Direi che non sanno cos’è la fase pre-seed. Mi è dispiaciuto, ma dopo poche ore è cascato a fagiolo questo post del mitico Andrea Febbraio.

• Stiamo mettendo a punto una ricerca di mercato per capire il rapporto con la consulenza finanziaria da parte dei millennial e delle generazioni più giovani.

• Ieri in Confcommercio ho incontrato una serie di aspiranti imprenditori che mi hanno scelto per avere feedback sulla loro idea imprenditoriale: è finita che ho raccontato io la mia a loro, erano tutti in target! :) E in fondo anche io avevo bisogno di feedback.

Ci aggiorniamo sabato prossimo, buon weekend!