La storia di Elzéard Bouffier e l’impatto della costanza

E le altre news della settimana

Vivere nell'era della gratificazione istantanea, un periodo in cui quasi ogni desiderio può essere soddisfatto con un semplice clic e dove l'attesa è diventata intollerabile, ha reso, a mio avviso, molto più complessi quei pilastri della vita che richiedono pazienza e dedizione: dalle relazioni a lungo termine, come l’amicizia e l’amore, alla costruzione di imprese solide e durature, fino all’accantonamento di un patrimonio nel tempo.

Scrivere questo incipit significa che chi scrive, pur essendosene reso conto, non ne è certo immune.

La continua ricerca di stimoli immediati attraverso strumenti come i reel di Instagram, la possibilità di ordinare qualsiasi tipologia di cibo a qualsiasi orario con il food delivery, la disponibilità di qualsiasi film o serie tv in un click sono un acceleratore del rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, benzina di un meccanismo che ci spinge a cercare sempre nuovi impulsi per sentirci soddisfatti. 

Esser nato al tramonto degli anni 80 mi ha insegnato ad aspettare la messa in onda della mia serie TV preferita, a sognare un viaggio negli Stati Uniti per mangiare un vero hamburger americano, ad attendere la Christmas Card di Vodafone per poter finalmente messaggiare con la cottarella del momento. Anticorpi fondamentali in un contesto in cui costruire qualcosa di duraturo, che richiede tempo, pazienza e dedizione, è una sfida complessa. Resistere al fascino del successo immediato, storytelling tanto in voga di questi tempi, per concentrarsi su una crescita lenta, autentica e sostenibile è l’orizzonte che accomuna chi scrive agli utenti di Klear Finance. Vi spiego perché.

Ho trascorso una settimana emotivamente difficile proprio perché la “lentezza” di fare impresa spesso fa a pugni con la necessità di raccontare a investitori, amici, supporter qualche passo avanti che a volte semplicemente non c’è, ed è fisiologico che non ci sia.

Così, mi sono appeso al ricordo un po’ sbiadito di un brano presente in una qualche antologia delle scuole medie, una storia che parla di trasformazione e che mi è rimasta impressa. Non si tratta di una trasformazione rapida o spettacolare, bensì di un cambiamento che avviene nel tempo, grazie alla perseveranza e alla visione a lungo termine. È la storia di un pastore che ha saputo cambiare il destino di un’intera regione. 

Jean Giono racconta ne “L’uomo che piantava gli alberi” di aver incontrato un uomo eccezionale mentre camminava attraverso una regione desolata della Provenza. Qui il terreno era arido, privo di vita; gli alberi erano stati abbattuti, il vento soffiava incessante e le case erano ormai abbandonate. Una terra pressoché morta.

Quell’uomo era Elzéard Bouffier, un uomo che, divenuto vedovo, aveva deciso di dedicarsi alla cura di quella terra abbandonata. Non aveva altro che una borsa piena di ghiande e un bastone per piantarle. Così ogni giorno camminava per chilometri, piantando 100 ghiande, con l’obiettivo di trasformare il deserto in una foresta di querce. Non tutti i semi germogliavano, ma lui non si scoraggiava: continuava a piantare, convinto che il suo lavoro avrebbe dato frutti, anche se forse non li avrebbe visti con i suoi occhi.

Dopo questo incontro, il narratore partì per arruolarsi durante la prima guerra mondiale. Dopo il congedo, tornò negli stessi luoghi, sorprendendosi alla vista della trasformazione del paesaggio. E quella che un tempo era una terra desolata, aveva iniziato a rifiorire. Nel giro di decenni, grazie all'incessante lavoro di un solo uomo, la regione venne completamente trasformata: i torrenti ripresero a scorrere, il vento era frenato dagli alberi e le persone tornarono a vivere in quei villaggi un tempo abbandonati.

Tutto questo grazie alla pazienza e alla perseveranza di Bouffier che ogni giorno aveva piantato i suoi semi, senza fretta, senza cercare un risultato immediato, ma con una visione a lungo termine.

Questo racconto offre una lezione fondamentale che rivolgo a me stesso imprenditore di Klear Finance e ai miei prossimi utenti, nella gestione del loro risparmio. Così come Bouffier piantava una ghianda alla volta, noi possiamo risparmiare o investire un piccolo importo ogni mese.

Pensiamo all'importanza dell’interesse composto. È come piantare un seme: all’inizio è solo un piccolo germoglio, ma lasciandolo crescere e curandolo, potrà trasformarsi in un albero robusto. 

Bouffier non si è fermato davanti alla prima difficoltà. Molte delle sue ghiande non germogliavano, ma lui continuava, consapevole che i risultati avrebbero richiesto tempo. E lo stesso vale per noi: non bisogna scoraggiarsi se i progressi sono lenti, perché il risparmio è un processo che richiede pazienza e una visione di lungo termine.

Ma questa storia ha anche molto da insegnare a chi sta costruendo una startup. Quando si comincia un’impresa, vi assicuro che si ha l’impressione di camminare su quello stesso terreno arido che Bouffier affrontava.

Le idee che sviluppi, le relazioni che costruisci, i problemi che risolvi: tutti questi piccoli passi sono come semi piantati nel terreno. Quella terribile sensazione che non stia crescendo nulla è ingannevole, perché nel tempo questi semi daranno vita a una foresta. È la costanza, non l’impulso, a fare la differenza.

Dunque, è la determinazione quotidiana che trasforma il terreno arido in una foresta rigogliosa. Cominciamo a piantare i nostri semi oggi: potranno sorprenderci per ciò che possono diventare.

Vi lascio con alcune notizie:

  • La prossima settimana 500 potenziali utenti di Klear risponderanno ad una lunga serie di domande che ci aiuteranno a prendere scelte difficili nello sviluppo della piattaforma. Si fideranno dell’AI per farsi guidare in alcune scelte finanziarie strategiche per la propria vita? Quanto saranno disposti a pagare per la subscription? Di quali brand oggi si fidano e perché? Non vediamo l’ora di avere in mano le risposte.

  • Si è chiusa una settimana di eventi come la Tech Week di Torino, dove sono stato ospite di una serata di incontro tra fondi e founders, e il Banking Summit di Baveno. In particolare questa giornata mi ha dato una panoramica di come le banche stanno pensando di muoversi in ambito AI. Il terreno sembra fertile per il nostro Go-To-Market BtoB.

  • Il progetto rebranding continua. Facciamo un piccolo gioco. Dei quattro quadrati con diversi accostamenti di due colori, a prima vista, a quale accosteresti il concetto di solidità? A quale di innovazione? A quale fiducia? E se ti chiedessi di accostare un brand che conosci a uno o più di questi colori, ce n’è qualcuno che diresti immediatamente? Puoi scrivermi quello che pensi, se ti va.

Ci sentiamo il prossimo sabato!

C’è chi vede le cose come stanno e chiede: "Perché?"

C’è chi sogna le cose in maniera diversa e si chiede: “Perché no?”

In Klear, vogliamo far parte della seconda categoria.

Vi ricordo che potete condividere la possibilità di iscriversi a questa newsletter a questo link con chiunque pensiate possa essere interessato a farlo.

Per quanto riguarda il prodotto che vogliamo mettere nelle mani degli utenti, lavoreremo partendo dalle esigenze del nostro potenziale cliente. Pensi di essere in target e vuoi darci una mano?

Scrivimi quali sono i problemi che limitano la tua consapevolezza finanziaria e che tipo di supporto vorresti.

I tuoi feedback saranno preziosi!