Genitori, figli e nipoti: come sta cambiando l’approccio al denaro

E le altre news della settimana

La scorsa settimana ci avete dato molti feedback interessanti sulla strategia di Go-to-Market, proseguo dunque il discorso raccontando le nostre riflessioni rispetto al target di Klear. 

Nel cercare quale fosse il segmento di mercato ideale in cui individuare gli early adopter, abbiamo approfondito studi e ricerche, scoprendo che il rapporto con il denaro sta letteralmente vivendo una rivoluzione, influenzata dalle diverse prospettive generazionali.

Le generazioni Silent e Boomers, cresciute in un’epoca economica molto differente da quella attuale, mantengono una visione più tradizionale del risparmio.

Per loro, risparmiare significa accumulare per garantirsi la maggior serenità possibile in pensione e sostenere figli e nipoti. 

La Generazione X si trova in un momento cruciale di responsabilità finanziaria, divisa tra l'assistenza ai genitori anziani e il supporto ai figli in crescita. Impegnata nell’acquisto della casa e nella gestione dei mutui, questa generazione si concentra sulla stabilità finanziaria della famiglia e sulla costruzione di un futuro solido.

I Millennial invece hanno dimostrato di adottare un approccio al risparmio completamente diverso

Concentrazione sul presente e soddisfazione delle esigenze immediate caratterizzano il loro comportamento finanziario.

Per loro, risparmiare è il mezzo per poter spendere in esperienze e acquisti istantanei piuttosto che per l'accantonamento tradizionale, un atteggiamento influenzato dalla generale percezione di instabilità economica e incertezza nel futuro propria di questa generazione.

La Generazione Z, ancora più giovane e solo da pochi anni affacciata al mondo del lavoro, estremizza le tendenze già viste dai Millennial. Il presente ha una priorità maggiore rispetto al futuro, una sensazione probabilmente amplificata da aver vissuto l’epoca del Covid da teenager e dalle incertezze globali.

La pandemia, la guerra, il cambiamento climatico e l’inflazione stanno condizionando però gli investitori e i risparmiatori di tutte le età.

I boomer, ultima generazione ad aver vissuto un Paese in decisa crescita economica, si sono ritrovati immersi in un presente meno sicuro e tranquillo di quanto si aspettavano nei decenni passati.

L’approccio tradizionale di accumulo a cui erano abituati sembra ormai obsoleto e seppur una buona parte di loro disponga di risparmi e rendite, questi vengono erosi più velocemente dall’inflazione.

La Gen X sembra aver sviluppato la tendenza ad informarsi in autonomia sulle tematiche di risparmio ed investimento ma è aperta al dialogo con consulenti bancari, amici esperti e gruppi di discussione, cercando un confronto basato sulla fiducia.

Si tengono aggiornati attraverso il web e la televisione per comprendere l’attuale situazione finanziaria. Molti mettono da parte somme mensilmente, talvolta utilizzando piani di accumulo. In alcuni casi, dedicano parte delle rendite provenienti da seconde case e fanno affidamento su polizze vita.

Se per i Millennials possedere un’abitazione è sinonimo di stabilità, i giovani Z vivono in una dimensione più vicina alla sharing economy.

La situazione abitativa a cui si ambisce è quella del co-living e l’allontanamento da desideri come la casa di proprietà è connessa ad un certo “nomadismo” sia geografico che lavorativo. 

Comprare casa porta ad avere una specifica collocazione geografica, a stabilizzarsi in un luogo, aspetti che non appartengono a questa generazione che vive in una dimensione geograficamente destrutturata, in cui vengono meno i parametri tipici del passato: casa, famiglia e denaro. 

In questo contesto non ci si rivolge a consulenti finanziari e banche, considerati come soggetti ‘estranei’. Un approccio totalmente digitale alla finanza personale ha abbassato la soglia dell’attenzione rispetto a rischi e opportunità.

Ecco, i concetti di consapevolezza e rischio sembrano essere molto distanti da questa generazione.

Un ultimo dato interessante. Uno studio di Revolut, condotto nel luglio 2023 su un campione rappresentativo di 1.000 italiani dai 18 anni in su, ha portato alla luce altri risultati interessanti. Una tendenza che spicca è il numero di conti bancari detenuti dalle diverse generazioni.

Mentre il 57% degli italiani ha un solo conto corrente, i Millennials sono in testa con il 32% che ha due conti mentre il 6% ne dispone addirittura tra tre e cinque.

Per Klear è molto importante come questa ricerca abbia rivelato che le app e gli strumenti digitali non sono scelti con entusiasmo solo dai GenZ e dai Millennials.

Tra i punti notevoli emersi c’è anche il bassissimo grado di fiducia nelle istituzioni politiche e finanziarie.

Il motivo? La mancanza di dialogo e la conseguente ampia distanza percepita tra cittadini e le istituzioni politiche e finanziarie.

Se nel primo caso non possiamo farci nulla, nel secondo vorremmo inserirci. Non solo a tutela degli utenti risparmiatori ma anche aiutando le banche a parlare più chiaro ai propri clienti e a offrire loro servizi ad alto valore aggiunto e a più basso costo di erogazione. 

E secondo voi, a chi potremmo essere più utili, da subito?

Quale target dovremmo aggredire per primo?

Per chi si sta appassionando alla nascita della nostra startup invece, quali sono gli highlights della settimana?

  • Abbiamo rivisto il deck per gli investitori raccogliendo i feedback positivi e negativi di queste prime settimane di incontri.

  • Abbiamo concluso la fase di testing di tutte le realtà internazionali che hanno intrapreso il nostro percorso. Sappiamo esattamente cosa vogliamo fare come loro e cosa ci convince di meno. Il resto ce lo diranno gli utenti.

  • Il 25 e il 26 luglio incontreremo una trentina di 30-35 enni per una indagine qualitativa sul need che Klear vuole affrontare. Se vuoi partecipare, scrivimi. Ci vediamo nei nostri uffici in Piazza Vetra a Milano. Bottiglia di Gin in arrivo per chi ci regala 30 minuti del proprio tempo!

Ci aggiorniamo sabato prossimo, buon weekend!